venerdì 30 novembre 2018

Una canzone da orsi / Benjamin Chaud


L'inverno è alle porte, le giornate iniziano a diventare più fresche e  Papà Orso si sta già godendo il letargo e se la ronfa di gusto. Ma non il suo piccolo Orsetto che decide di inseguire un'ape fuori stagione per trovare un po' di miele.
Fortunatamente Papà Orso si accorge della sparizione del piccolo e si precipita a cercarlo: prima attraverso il fitto bosco pullulante di animali poi per le caotiche strade di città fino ad arrivare ad un magnifico ed immenso teatro dell'Opera dove ha visto il sederino di Orsetto intrufolarsi tra le colonne dell'entrata.
Correndo alla ricerca del piccolo, Papà Orso inciampa in un appendiabiti e si ritrova con sciarpa e cilindro in testa e, così camuffato, può attraversare la sala senza essere notato.
Apre porte e percorre scale su e giù creando grande scompiglio quando, ad un tratto, sente una bellissima musica: forse anche Orsetto l'ha sentita e Papà Orso si avvicina sempre più finché si ritrova, suo malgrado, sul palco.
Cerca Orsetto ma le luci dei riflettori gli impediscono di vedere bene: in sala è calato il silenzio e Papà Orso, indeciso sul da farsi, decide di cantare la dolcissima canzone della buonanotte che gli cantava la sua mamma. Schiarisce bene le voce e....Grooooarrrrrrrrr!!!
Il pubblico si rende conto che quello è un orso vero e tutti scappano urlando e spingendosi,
A sala vuota finalmente Papà Orso ritrova il suo Orsetto, felice per lo spettacolo fatto dal papà ma ancora più felice per aver trovato il posto perfetto per passare l'inverno: sul tetto dell'Opera, fra gli alveari e tanto, tanto miele!


I libri con protagonisti gli orsi ci piacciono tanto e questo bell'albo avventuroso dal ritmo incalzante e dalle tavole dettagliatissime non fa eccezione.
In ogni pagina al lettore viene naturale cercare la piccola figura di Orsetto fra i tanti personaggi presenti. Sono pagine molto grandi, fitte di figure e di dettagli fuorvianti: uno zaino a forma di orsetto, una cuffia con le orecchie, un peluche appoggiato in terra... bisogna aguzzare la vista fare i detective e aiutare Papà Orso!
Le illustrazioni a tratti buffe e principalmente dai bei colori caldi, rendono questo albo dal formato generoso ancora più affascinante e la storia, semplice e un po' misteriosa, sa catturare il lettore fin dalle prime pagine.

Il libro ha vinto il Premio Andersen 2014 per la sezione 0-6 anni per le seguenti motivazioni
Per un albo che combina perfettamente la tensione narrativa e l’invito al gioco e alla scoperta. Per una piccola storia dai molti echi, dolce e incantevole ma aperta all’avventura e alla scoperta di sé.
Per le magnifiche tavole ariose e invitanti, ricche di mille particolari da scoprire

Una canzone da orsi
Benjamin Chaud
Edizioni Franco Cosimo Panini
€ 14.50

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma


venerdì 16 novembre 2018

Chi me l'ha fatta in testa? / Werner Holzwarth & Wolf Erlbruch

Oggi voglio proporvi un libro ironico e se vogliamo anche un po' scientifico e dal tema non molto piacevole ma amato dai bambini: la cacca!


La Talpa come ogni sera controlla che il sole sia calato per poter uscire dalla sua tana ma, proprio in quel momento, un maleducato decide di fargliela in testa.
Le talpe si sa, sono miopi e la sventurata protagonista non sa chi sia il colpevole di tale misfatto.
Per scoprirlo non le resta che interrogare tutti gli animali del circondario mostrando loro il "corpo del reato".
Ogni animale interrogato osserva ben bene la cacca sulla testa della Talpa e, accorgendosi di non essere il colpevole, accompagna la negazione del fatto con una....prova pratica sul posto!
Scopriamo così che non è stata la lepre coi suoi pisellini crepitanti, né la mucca con la sua focaccia verdastra né tantomeno il maiale. La povera Talpa sta perdendo le speranze quando incontra due vere esperte in materia: le mosche! Ronzando intorno alla testa della Talpa e osservando da vicino, le confermano senza dubbio alcuno, che il colpevole è un cane.
La Talpa sa bene con quale cane vendicarsi e - vendetta, tremenda vendetta! - si avvia fino alla cuccia del cane del macellaio per lasciargli un alquanto minuscolo ricordino sul capoccione.


E' un libro dall'argomento inusuale e forse non troppo simpatico ma che piace davvero ai bambini sia per il tema trattato che per le buffe situazioni in cui si ritrova la nostra protagonista.
Ero seria riguardo il risvolto scientifico della storia in quanto, pagina dopo pagina, la Talpa e i lettori scoprono l'aspetto delle cacche dei vari animali e imparare nuove cose è sempre un bene.
Molto belle ed espressive anche le illustrazioni che ben accompagnano gli stati d'animo della Talpa.
Credo sia un libro utile anche durante la fase dello spannolinamento, che ne pensate?

Chi me l'ha fatta in testa?
Werner Holzwarth & Wolf Erlbruch
Edizioni Salani
€ 12.00

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma


martedì 13 novembre 2018

Tito, il mio piccolo nerd


Quest'anno il mio Tito ha iniziato la scuola primaria.
La scelta della scuola non è stata né scontata né semplice perché mio marito ed io non eravamo inizialmente d'accordo sulla scuola che avrebbe frequentato.
Il nostro paese non è grande ma abbiamo sia la scuola statale (la mia scelta) che la scuola privata (la sua scelta). Con Tito ovviamente le abbiamo visitate entrambe e abbiamo ascoltato il suo parere senza influenzarlo con le nostre preferenze e lui, fin da subito, ha preferito la scuola statale, un po' per gli ampi spazi, un po' per le attività che avevano svolto durante l'open day e un po' perché era la scuola frequentata dalla cugina.
Io avevo amato particolarmente il discorso e l'introduzione fatti dalla coordinatrice scolastica: parole sentite, frasi dirette e la dedizione per la scuola e per il suo lavoro si sentiva totalmente.
Un'altra cosa che mi era piaciuta particolarmente è la partecipazione attiva ai concorsi per studenti anche a livello europeo con risultati più che buoni. Insomma da subito mi è sembrata una scuola che non avesse niente da invidiare alla scuola privata.
L'open day ha influenzato positivamente anche il papà anche se, lo ammetto, la scelta di iscriverlo successivamente alla scuola statale l'ha sentita e la sente tuttora un po' forzata.
Per ora non posso lamentarmi: Tito va a scuola contento, quando ha i compiti non vede l'ora di farli,  scrive frasi intere in autonomia (le doppie ancora non le sente così come l'acca ma non c'è fretta!) e i quaderni e i libri sono sempre ordinati.
Non l'ho mai sentito lamentarsi di dover andare a scuola nonostante non sia in classe con i suoi amichetti dell'asilo né sentito fare differenze fra i bambini italiani e i bambini di altre nazionalità che sono la maggioranza nella sua classe.
Io lo chiamo il mio piccolo nerd perché le prime settimane si lamentava del fatto che non gli dessero compiti, perché mi dice che in classe è sempre concentrato e gli dà fastidio se la sua compagna di banco lo distrae chiacchierando, perché il venerdì sera non vede l'ora di fare i compiti per il lunedì (momento che rimandiamo al sabato mattina dopo colazione), perché a scuola ha sempre la mano alzata e perché i voti sono davvero belli.
Un paio di settimane fa c'è stata la prima riunione con l'elezione del rappresentante di classe e ho avuto modo di scambiare due parole con la maestra prevalente che mi ha confermato che la mano alzata è sempre presente ma che Tito deve capire che non può sempre intervenire lui.
Addirittura le prime volte se non lo faceva intervenire si alzava in piedi per rispondere comunque ma per fortuna siamo riusciti a fargli capire che non può fare così e adesso si limita ad alzare la mano. Inoltre mi ha detto che è sempre il primo a finire ed è sempre tutto giusto e che deve dargli lavori extra da fare per tenerlo occupato mentre gli altri completano l'esercizio.
Questo non lo sapevo e credo di averla guardata con gli occhi a cuore dalla soddisfazione.
Orgogliosa del mio piccolo nerd? Da morire!!

venerdì 9 novembre 2018

La casa invernale dell'orso / John Yeoman e Quentin Blake


L'autunno è alle porte e l'orso si comporta in modo strano, tanto da attirare l'attenzione degli altri animali: raccoglie rami e piccoli tronchi e gratta il muschio dal terreno.
Incuriositi la gallina, il maiale, lo scoiattolo e il riccio gli chiedono spiegazioni: l'orso ha progettato una casa fatta di rami e muschio per difendersi dal freddo dell'inverno e dormire per tutta la stagione senza essere percorso dai brividi del freddo.
Gli animali ridono di questa idea ma l'orso continua col suo progetto e, con l'arrivo dell'inverno se ne sta al calduccio nella sua bella tana mentre loro soffrono per il vento troppo forte e il freddo penetrante.
Decidono così di recarsi tutti insieme dall'orso che, essendo un animo gentile, li ospita nella sua casa. Ma qui iniziano i guai per il povero orso! I nuovi inquilini non ne vogliono sapere di dormire ma passano i mesi invernali facendo feste, ballando e giocando.
Finalmente a marzo gli animali mettono il naso fuori dalla casa, vedono che è arrivata la primavera e se ne vanno salutando l'orso. E il nostro povero orso assonnato? Smonta la casa pezzo per pezzo e la rimonta all'altro capo della foresta per farsi una bella dormita!


Una storia molto semplice e carina e proprio adatta a questa stagione. Ma soprattutto una storia di amicizia, di altruismo e di gentilezza: l'orso non serba rancore perché gli altri animali hanno riso di lui ma li accoglie in casa con un sorriso e non li caccia di casa nemmeno quando non lo lasciano dormire.
Le illustrazioni dal sapore un po' vintage sono poetiche con bei colori pastello e dal tratto gentile e ci accompagnano nello svolgersi delle stagioni.

La casa invernale dell'orso
John Yeoman e Quentin Blake
Edizioni Camelozampa
€ 15.00

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma


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