"Vorrei che nei momenti di disperazione non ti venga in mente di invidiare la felicità degli altri, le fortune, i successi degli altri, le certezze, i risultati, le luci nelle case degli altri: dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male"
Questa settimana vi propongo il libro di un'autrice che ho conosciuto proprio grazie al Venerdì del Libro.
Protagonista di questo romanzo corale ambientato a Roma è Mandorla, una ragazza di 17 anni.
Mandorla cresce con cinque famiglie diverse che hanno deciso di prendersi cura di lei dall'età di sei anni, quando sua madre è morta.
Maria, la mamma di Mandorla, era l'amministratrice del palazzo dove vivono queste famiglie con le quali aveva stretto un rapporto speciale e dove ogni riunione condominiale veniva trasformata in una sorta di terapia di gruppo.
Durante il funerale della mamma, dalle tasche di Mandorla spunta una lettera: nella lettera scritta il giorno in cui è diventata mamma, Maria rivela alla piccola che il padre è un abitante del condominio.
Dopo aver convocato una riunione straordinaria di tutti i condomini, gli abitanti del palazzo decidono di non effettuare il test del DNA per sapere chi sia il padre di Mandorla in modo da non distruggere gli equilibri delle loro famiglie. Decidono così di prendersi tutti cura di lei a turno.
La vita di Mandorla si divide nel corso degli anni tra la casa di Tina, l'ex insegnante dalla vita solitaria che vive immaginari incontri notturni, quella di Cate, Samuele e del piccolo Lars, quella di Paolo e del compagno Michelangelo, grande amico di Maria, quella di Lidia e Lorenzo con i loro continui litigi e quella della famiglia Barilla, il prototipo della famiglia perfetta.
Questa situazione poco convenzionale porta Mandorla a desiderare spesso di essere un oggetto piuttosto che lei stessa: spassosissime e al tempo stesso malinconiche le sue preghiere verso tendine, taxi, orecchini o qualsiasi cosa inanimata, tutto purché lei non rimanga sé stessa.
Maria ha fatto credere a Mandorla che suo padre fosse un astronauta e quando le viene duramente rivelata la verità, il suo pensiero fisso diventa quello di scoprire la vera identità di suo padre. Da quel momento le sue famiglie vengono osservate in modo diverso cercando di captare familiarità e similitudini con gli uomini che ne fanno parte.
A scuola Mandorla non ha mai avuto vita facile: non riesce a farsi un'amica mentre lei vorrebbe davvero essere come gli altri della sua età ma finisce per rimanere isolata. Alle superiori riesce ad instaurare un rapporto con Eva che diventerà poi la ragazza di Matteo Barilla, primo, grande e inconfessato amore di Mandorla. Questa delusione la porta ad avvicinarsi a Palomo, ragazzo problematico lasciato in disparte dai compagni e in questo così simile a lei: difficile per Mandorla non venire risucchiata nel suo vortice.
Nel libro sono frequenti i flashback sulla vita passata di Maria e degli altri protagonisti mentre per alcuni tratti la storia è narrata in prima persona da Mandorla, rinchiusa in carcere per un problema che viene svelato a piccoli passi.
Nella notte che deve passare in cella, Mandorla ripensa al passato, alle sue famiglie, agli avvenimenti che l'hanno portata a compiere le sue scelte e all'ansia di voler piacere a tutti senza interrogarsi mai su quello che piace davvero a lei .
In conclusione il libro mi è piaciuto per vari motivi: la trama originale, la narrazione su vari livelli, le tematiche affrontate (la famiglia, l'abbandono, l'adolescenza, il senso di inadeguatezza di Mandorla ma anche degli adulti che la circondano) e il modo in cui la Gamberale descrive pensieri ed emozioni dei vari protagonisti.
Solo un appunto personale: io preferisco i libri che hanno una fine concreta, non amo molto i finali che lasciano spazio all'interpretazione e questo romanzo mi ha lasciato un pò di punti interrogativi.
Se qualcuno di voi l'ha letto, mi lascia un commento in merito? Grazie!
Le luci nelle case degli altri
di Chiara Gamberale
Edizioni Mondadori
€ 20.00 / 393 pagg
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma
Non ancora ma è già sugli scaffali della mia libreria. "Per dieci minuti" mi era piaciuto così tanto da comprare anche questo. Ti dirò!
RispondiEliminaAspetto la tua recensione allora!
EliminaCe l'ho in "attesa di lettura"; il problema è che ho letto "Quattro etti d'amore, grazie" e non mi ha entusiasmato quindi la Gamberale rimane sempre in attesa. Chissà che la tua recensione non mi dia la motivazione che mi serviva!
RispondiEliminaPer ora è l'unico titolo della Gamberale che ho letto quindi non posso fare paragoni. A me il libro è piaciuto tranne per il finale aperto (gusto personale)
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