mercoledì 4 settembre 2013

H.E.L.P. !

No, non è il titolo della canzone dei Beatles ma la formula suggerita da Tracy Hogg  per "creare ed alimentare il legame genitore/figlio e al tempo stesso incoraggiare la sua crescita e la sua indipendenza".
Questa formula è inserita nel libro Il linguaggio segreto dei bambini, che sto leggendo a dire il vero non molto costantemente ma che è sempre fonte di "dibattiti" di crescita fra me e papà.

Ma cosa significa l'acronimo HELP? Così come per l'acronimo EASY trovato ne Il linguaggio segreto dei neonati, anche questo acronimo ha un significato molto semplice e sembrerebbe pure efficace:

H (Hold yourself back) - fate un passo indietro
E (Encourage exploration) - incoraggiatelo a esplorare
L (Limit) - ponetegli limiti
P (Praise) - lodatelo

H - Per ora il punto più difficile da far accettare al papà è il punto 1, fare un passo indietro: lui è troppo protettivo mentre io sono più permissiva e ho fiducia nelle capacità di Tito quindi non sempre si trova il giusto compromesso. Io cerco sempre di lasciarlo fare tenendolo comunque d'occhio a distanza di sicurezza e intervenendo ad aiutarlo in qualcosa solo se mi guarda e mi dice: mamma!
Allora mi avvicino chiedendogli cosa non riesce a fare ma solitamente si tratta di difficoltà nel sollevare oggetti troppo pesanti (tipo bottiglia piena d'acqua) o di aprire/chiudere qualcosa.

- Sul punto 2, incoraggiatelo a esplorare, non ci sono problemi: esplora fin troppo! Fin da quando era piccolo si è dimostrato curioso come una scimmietta ed è sempre stato attratto più dai nostri oggetti che dai suoi giochi. Ad esempio il suo primo amore è stato il phon, e anche adesso non posso usarlo senza che venga in bagno e voglia tenerlo in mano per fare lui. Anche in un ambiente nuovo, se entrando vede qualcosa che attira la sua attenzione o gli piace particolarmente, vi si dirige senza molti timori.

L - Limitare: gli stimoli, le scelte, i comportamenti indesiderati, ciò che è nocivo preso in grandi quantità, la nostra maleducazione. Stimoli ne ha tanti, soprattutto quando passa il pomeriggio coi cuginetti e torna a casa sempre stanco e con l'adrenalina ancora da smaltire, ma adesso la scuola ricomincia e anche i cuginetti saranno presi a piccole dosi. Per il resto, a casa cerchiamo di non inondare il suo tappeto di giochi ma di fargliene scegliere 3/4 anche perché è un bimbo che si annoia subito. A volte però è capace anche di passare 10 minuti rigirando un libricino e non considerandoci nemmeno. Limitare la nostra maleducazione invece significa che i nostri figli ci osservano e che siamo noi, prima di tutto, il loro esempio. Quindi se aspiriamo ad avere bambini educati, dobbiamo prima essere noi, in prima persona, persone educate.

P - Lodarlo sì, ma per un lavoro ben fatto. Tracy Hogg suggerisce di lodare il bambino solo quando fa qualcosa di buono e giusto, non per qualsiasi cosa altrimenti non crederà più ai nostri elogi. Mio figlio non ha bisogno di troppe lodi perché se le fa da solo: è un bimbo che ricerca gli applausi, qualsiasi cosa riesca a fare porta le braccia in alto e si applaude da solo guardandosi in giro e dicendosi braooooo.

Ecco questi sono i punti fondamentali del metodo di Tracy Hogg che cercherò il più possibile di mettere in pratica per poter crescere un bravo ometto e cercare di essere una brava mamma, nei limiti delle mie capacità.
Perché sulla carta sembra tutto facile, ma provare a realizzare i nostri buoni propositi è la parte difficile!


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