venerdì 30 maggio 2014

Ne parliamo a cena / Stefania Bertola

Ho letto parecchie recensioni positive sui libri di Stefania Bertola così mi sono decisa a ordinarne uno in biblioteca, in particolare ho scelto Ne parliamo a cena, uno dei primi romanzi della scrittrice torinese.
Il libro narra la storia di cinque cugine, che si ritrovano periodicamente a cena per parlare un po' di tutto per poi passare al setaccio la vita di una cugina in particolare.
C'è Costanza - la nostra voce narrante - amante da 16 anni di un uomo sposato (da qui la scelta del nome?) sempre in procinto di lasciare la moglie, Veronica l'unica ancora sposata e con una  nidiata di figli suoi e non, Sofia appena lasciata dal marito e ancora in fase abbruttimento post rottura, Bibi divorziata con ex marito e figli a Vancouver e Irene in trattative da separazione.
La cena delle cugine è una ricorrenza periodica, a cadenza variabile, che si svolge a turno a casa di tutte tranne Veronica. Perché Veronica ha qualcosa che la distingue da noi quattro, un suo tratto caratteristico che la rende unica nel panorama delle cugine: è sposata, e suo marito non l'ha ancora piantata.
Insomma cinque donne dalla vita sentimentale non proprio idilliaca intorno alle quali gravitano figli, amiche, ex mariti, amanti, zie tanto che a volte faticavo a tenere il conto dei personaggi. Il loro rapporto è molto stretto, si telefonano a qualsiasi ora del giorno e della notte, lavorano insieme: Costanza e Sofia gestiscono con l'amica Carolina il negozio Carta e Cuci, una cartoleria merceria paradiso delle donne che non hanno tempo, ma il poco che hanno adorano perderlo.

La storia ti conquista e scorre bene tra cene, racconti di famiglia e avventure surreali, il tutto raccontato con una certa ironia.
E poi si ride, ci si emoziona, ci si arrabbia anche un po' perché dopo qualche pagina ci si sente una sorta di sesta cugina e viene la voglia di prenderle a turno per le spalle e di dare loro una scrollatina.
Io ve lo consiglio così come consiglio a tutte le donne di fare una cena delle cugine una volta al mese: io la farei molto volentieri!

Ne parliamo a cena
di Stefania Bertola
edizioni Tea

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma

lunedì 26 maggio 2014

Quando declutterare non sempre è (emotivamente) possibile


Ho ancora qualche scatolone di vecchie foto e altre cose in soffitta da mia nonna, e spesso mi sento chiedere: quando vieni a buttare via le tue cose? Io non voglio buttare via niente.
E non perché ci sia particolarmente affezionata solo non capisco il motivo per cui dovrei disfarmene così, a mente serena.

Nella mia vita ho fatto un innumerevoli traslochi, 4 solo nel 2010 e tutte le volte mi sentivo dire: cosa te ne fai di queste cose? Buttale.
Certo, facile sbarazzarsi delle cose altrui, facile dire agli altri butta tanto le cose non sono le vostre.
E così ho buttato tanti piccoli pezzi di vita che si sono persi per strada e tutto per cosa? Perché qualcuno mi diceva butta via.
Ma adesso se posso non lo faccio più: ho rinunciato a quasi tutti i libri di mio padre (regalati), a cartoline e lettere, a oggetti comprati nei viaggi e durante gli scambi culturali, vecchi cd, vecchi giochi della mia infanzia...cose che non avevano grande valore ma comunque cose mie. Cose che sicuramente avrei buttato ma con i miei tempi, non con quelli degli altri.
Oggetti che quando li guardi ti rievocano ricordi, che ti fanno rivedere com'eri, cosa pensavi e cosa ti piaceva nel periodo in cui li hai presi o te li hanno regalati.
Oggetti che ho amato, magari anche per un giorno solo, cartoline o lettere che sono stata felice di ricevere altrimenti non sarebbero mai state conservate, vecchie cose che mi parlano di amici di altri paesi che mi hanno ospitato nelle loro case, che mi hanno scritto e con i quali ho coltivato un rapporto.
So che ritardo questa operazione perché gli scatoloni non sono a casa mia e quindi non mi danno fastidio e ma so che prima o poi farò una gran pulizia e mi libererò per sempre di queste cose, ma non ora e non solo perché obbligata da qualcuno a farlo.
E voi fate fatica a rinunciare ai vostri ricordi o ve ne liberate senza pensarci due volte?

venerdì 23 maggio 2014

Giulio Coniglio va alla festa / Nicoletta Costa

In questi giorni siamo nel pieno dei preparativi per la festa dei suoi 2 anni, quindi cosa c'è di meglio che entrare subito nel clima di festa con un libro del suo amato Giulio Coniglio?

Giulio, tutto emozionato, riceve l'invito per il compleanno di Valter la Volpe. Da bravo amico qual è, pensa ad un regalo per Valter, si veste con cura e si spazzola per bene le orecchie.
Alla festa ci sono già i suoi amici ad aspettarlo: l'oca Caterina, Topo Tommaso e Valter, il festeggiato.


 La serata trascorre tra balli, torta e brindisi al succo di lampone finché Giulio se ne torna a casa felice e con la pancia piena.




Che dire, Giulio Coniglio è sempre una garanzia, almeno a casa nostra!
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma

mercoledì 21 maggio 2014

Tito, il mio bambino selettivo

Non ho mai nascosto a nessuno le nostre difficoltà nel fare assaggiare a mio figlio cose nuove (ultimo sfogo qui ), tanto che ormai mi sono rassegnata al fatto che lui è così, prendere o lasciare.
Ieri allo spazio gioco abbiamo fatto un incontro di gruppo con la pediatra che ci ha illustrato quella che dovrebbe essere la giusta alimentazione per un bambino di 2/3 anni.
Di questo vi parlerò con calma e mettendo le cose bene in ordine, non come in questo momento che mi frullano tutte per la testa in ordine sparso.
Durante quest'incontro la pediatra seguiva una sua linea di ragionamento, intervallata dalla nostre domande. Ovviamente io le ho chiesto come si può invogliare un bambino diffidente come il mio a provare cose nuove.
Per lei non è un problema se per ora non è interessato ad assaggiare nuovi alimenti (come?? proprio tu che mi hai detto di fare una settimana a proporgli la pasta senza alternative che prima o poi avrebbe ceduto!?), evidentemente il mio è un bambino molto selettivo e ha deciso che momentaneamente quelle poche cose che mangia gli vanno bene.
Sorriso rassicurante e: vedrà che poi all'asilo si rifarà vedendo mangiare gli altri bambini.
Peccato che manchino ancora 15 mesi cara dottoressa, prima di mandarlo all'asilo e peccato che mio figlio anche se vede gli altri bambini mangiare (dolci compresi), se ne frega altamente!
Quindi cara dottoressa, mi hai detto solo cose che già sapevo con l'unica differenza che io definivo mio figlio diffidente mentre tu, molto elegantemente, lo definisci selettivo.
Ma,  in qualsiasi modo lo vogliamo chiamare, resta un zuccone: adorabile certo ma sempre uno zuccone!
PS: mi ha pure consigliato di leggere Il mio bambino non mi mangia

venerdì 16 maggio 2014

La cucina degli ingredienti magici / Jael McHenry

La cucina degli ingredienti magiciGinny ha 26 anni ed ha sempre vissuto con i suoi genitori; la madre in particolare si è occupata in maniera maniacale di lei cercando di preservarla da tutto. Ginny infatti non ha il permesso di bere alcool, uscire coi ragazzi, trovare un lavoro, andarsene di casa o viaggiare da sola. In compenso può cucinare tutto quello che vuole ma è sua madre a comprarle ingredienti, utensili, pentole e coltelli.
Quando i suoi genitori partono per  un viaggio e non fanno più ritorno, Ginny si ritrova improvvisamente a doversi gestire da sola e a doversi confrontare con la sorella che vorrebbe organizzarle la vita.
Dopo il funerale dei genitori Ginny, oppressa dalla presenza della gente che le sta intorno,  si rifugia in cucina e inizia a cucinare la ribollita secondo la ricetta originale della nonna. Evocato dal profumo del cibo, il fantasma della nonna si materializza in cucina dandole un avvertimento: non permetterglielo!
Ginny dovrà così cercare di capire a chi si riferisce la nonna e attraverso le ricette e l'evocazione dei fantasmi, riesce un pò alla volta a comporre il quadro completo della sua famiglia, a conoscere meglio il suo problema (che lei chiama affettuosamente avere una personalità) e ad andare oltre i suoi limiti e le sue paure.
Ginny infatti non è a suo agio fra la gente, non riesce a guadare i suoi interlocutori dritto negli occhi e, quando è stressata o impaurita, si nasconde negli armadi infilando le mani nelle scarpe di suo padre. Se invece non può scappare né nascondersi, si rifugia nel cibo:
Non posso scappare ma non posso neppure reggere la situazione.
Mi perdo nel cibo.
La delicata consistenza del cioccolato fuso. Il modo in cui il buon caprino stagionato riveste la lingua. La superficie serica dell'impasto per la pasta quando è stata schiacciata e ha riposato il tempo necessario.

giovedì 15 maggio 2014

Quando l'amore è cieco

In questi giorni sono più brutta del peccato: la dermatite si è prepotentemente ripresentata colpendomi il viso e in particolare gli occhi. Quindi di nuovo niente trucco per non enfatizzare l'occhio a gallina. La cura che mi ha dato l'allergologa non solo si è rivelata un vero flop ma mi ha fatto più danni che altro.
Quindi ultimamente mi sento un po' giù. Ma poi ieri sera dopo la doccia, mentre gli stavo abbottonando il pigiamino, ecco che se ne esce con un sei molto bella mamma. Ma non una sola volta, me l'avrà ripetuto almeno per dieci volte di seguito accarezzandomi il volto.
Che dire, mi sono sentita davvero la più bella del mondo! Ed è proprio vero che l'amore è cieco (per fortuna)

lunedì 12 maggio 2014

Risotto alle fragole

Ai banchi del supermercato e nei negozi sono spuntate le fragole: io avevo una voglia matta di farmi un risottino alle fragole e non ho potuto resistere e ne ho comprato un paio di vaschette.
Vi lascio la mia ricetta, come sempre le dosi sono per 2 persone.

questi gli ingredienti

180 gr riso
250 gr fragole
100 ml panna
vino (meglio se rosso)
scalogno
brodo
sale
pepe
prezzemolo
parmigiano

e il procedimento
Tagliare lo scalogno finemente e farlo soffriggere con l'olio quindi, aggiungere il riso e sfumare con il vino.
Quando il riso è tostato aggiungere gradatamente il brodo.
Nel frattempo tagliare le fragole a pezzetti tenendone da parte metà da aggiungere al riso 10 minuti prima della fine della cottura.
In un pentolino scaldare un pezzo di burro con l'altra metà delle fragole fino ad ottenere una crema morbida. Salare, pepare, aggiungere la panna e lasciar riposare.
Quando il riso è pronto, aggiungere la crema e spolverizzare con prezzemolo e parmigiano.

Se si usa il vino rosso, il colore finale sarà più intenso; non avendone ho usato il vino bianco, infatti il mio riso è un pò pallido (ma il sapore non ne risente!).
Con questo post partecipo al linky party #94 di C'è crisi, c'è crisi!



venerdì 9 maggio 2014

L'albero vanitoso / Nicoletta Costa

Cerchiamo sempre i libri di Giulio Coniglio in biblioteca e, quando non sono disponibili, proviamo con qualche altro titolo di Nicoletta Costa. Abbiamo letto due avventure della Nuvola Olga che non hanno avuto molto successo e questa settimana abbia preso in prestito L'albero vanitoso.
E' la storia di un piccolo albero che cresce in un cortile, circondato da grandi case. Con l'inizio della primavera cominciano a spuntargli piccole foglie fino all'arrivo dell'estate, quando la sua chioma diventa folta e rigogliosa. Il piccolo albero è orgogliossimo delle sue fronde e non permette a nessuno di avvicinarsi, attirando le antipatie di tutti gli animali.

Ma ahimè l'estate finisce e con l'arrivo dell'autunno le sue bellissime foglie iniziano a sfiorire: l'albero è sempre più triste fin quando la vecchia cornacchia Ada gli spiega il ciclo delle stagioni e lui le fa una promessa......

L'albero vanitoso
di Nicoletta Costa
Emme Edizioni

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma

mercoledì 7 maggio 2014

I traguardi importanti non si raggiungono mai da soli

L'ho conosciuta nel secondo quadrimestre della prima elementare, prima viveva in un altro paese e si era appena trasferita con la sua famiglia. All'inizio non mi piaceva: le invidiavo i suoi lunghissimi capelli scuri, io che ho sempre avuto due peli in testa.
Poi, col passare dei giorni e facendo sempre un pezzo di strada insieme per tornare a casa, qualcosa ha iniziato a cambiare e quell'invidia per i suoi bellissimi capelli è diventata poi ammirazione, quella che provi verso le persone che ami.
E da lì non ci siamo più lasciate: elementari, medie e superiori insieme.
Inevitabilmente le strade ogni tanto si allontanano: si cresce, c'è il lavoro, il fidanzato che poi diventa marito, una casa a cui pensare e i figli.
Il rapporto non può più essere quello delle scuole quando ci si vedeva tutti i giorni sabato e domenica compresi, ma l'affetto c'è sempre.
Le vite prendono pieghe diverse, si affrontano gioie e dolori e si cerca comunque di esserci anche se a volte si vorrebbe fare di più.
Io però le voglio bene come allora, anche se adesso abitiamo in due paesi diversi, anche se adesso le nostre famiglie hanno la precedenza ma, anche se ormai siamo cresciute, dirsi ti voglio bene ha sempre lo stesso significato.
Le ho preparato una piccola sorpresa per festeggiare i nostri 30 anni di amicizia, niente di eclatante: una torta e un bouquet di fiori, un piccolo pensiero durante una cena da lei con le nostre famiglie. La mia idea iniziale era un bouquet di rose gialle, fiore simbolo della Giornata Internazionale dell'amicizia, ma nessuno dei nostri fioristi le aveva (ah, la vita di paese).

Che dire, tanti auguri a noi! Non è un traguardo così facile da raggiungere ma noi ce l'abbiamo fatta!

venerdì 2 maggio 2014

La custode di mia sorella / Jodi Picoult


"Ho pensato a questa figlia soltanto per quello che potrà fare per l'altra mia figlia. Eppure non per questo sogno meno sul suo futuro: ho addirittura in programma di fare di lei la salvatrice di sua sorella."
Questa è la storia della famiglia Fitzgerald, ma è soprattutto la storia di due sorelle, Kate e Anna; la prima malata di leucemia dall'età di due anni e la seconda concepita in vitro e nata geneticamente perfetta  per essere la sua donatrice.
Anna ha 13 anni e da quando è nata è stato prelevato dal suo corpo tutto ciò che potesse migliorare le condizioni di sua sorella: sangue del cordone ombelicale, linfociti, midollo osseo, granulociti e cellule staminali da sangue periferico. Nessuno le ha mai chiesto il suo parere su queste donazioni: per tutti era scontato che lei lo dovesse fare per la sorella al fine di mandare in remissione la sua malattia.
Anna non si è mai opposta a tutto questo fin quando i suoi genitori le richiedono di donare un rene a Kate: lei si ribella e intenta loro causa per ottenere l'emancipazione medica e per poter prendere finalmente possesso del suo corpo. Questa sua decisione sconvolgerà l'intera famiglia che fino a quel momento è sempre ruotata intorno a Kate.

Il romanzo è narrato a turno dai vari protagonisti: la madre Sara, ostinata nella sua lotta per salvare la figlia tanto da passare sopra a tutto,  il padre Brian, il fratello Jesse geneticamente non compatibile e problematico che vive quasi ignorato dai genitori, Campbell l'avvocato che difende Anna e Julia il suo tutore legale.

Il libro è intenso e affronta un tema non facile, in bilico fra ciò che è etico e ciò che non lo è. Un libro che fa riflettere, che parla di vita nonostante la morte sia una presenza quasi tangibile, che parla di amore fra due sorelle ma anche del dolore causato da scelte importanti.
Il romanzo è toccante e non può lasciare indifferente chi legge, dalle prime pagine fino all'epilogo inaspettato e all'unico commuovente capitolo narrato dalla voce di Kate.
Io ve lo consiglio.
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